Versione Stampabile: Salvaguardia dei diritti dell'uomo nella gestione dei rifiuti in Campania
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Salvaguardia dei diritti dell'uomo nella gestione dei rifiuti in Campania



Il meccanismo di controllo della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali non può accettare la actio popularis : inoltre, né l'articolo 8 né alcun'altra disposizione della Convenzione sono specificatamente progettati per la protezione generale dell'ambiente in quanto tale. L'elemento cruciale che determina se, al verificarsi di un danno ambientale, vi è stata violazione di uno dei diritti tutelati dal paragrafo 1 dell'articolo 8, è l'esistenza di un effetto negativo sulla vita privata di una persona o una famiglia.

(Nella fattispecie, la Corte ha rilevato che, sulla base dei documenti allegati, il danno ambientale causato dalla « crisi dei rifitui » era suscettibile di influenzare direttamente il benessere dei ricorrenti).

Il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo è sussidiario, e occorre il preventivo esaurimento dei ricorsi interni: la ratio è quella di permettere agli Stati di prevenire, o rimediare alla presunte violazione dei diritti dell’uomo prima che la Corte possa agire nei loro confronti. Il richiedente, pertanto, deve aver preventivamente esperito tutti i rimedi normalmente accessibili, e solo circostanze particolari possono dispensare il ricorrente da tale onere.

(Nella specie, la Corte ha evidenziato che il Governo italiano non ha dato prova del fatto che la presentazione di un ricorso in sede civile, per il risarcimento dei danni – che lo stesso Governo evidenziava non essere stato presentato –avrebbe garantito un successo in tale sede. Inoltre, ai sensi della rinnovata disciplina sul danno ambientale, solo il Ministero dell'Ambiente può chiedere un risarcimento per danni ambientali. La Corte ha pertanto ritenuto di dover respingere l'opposizione del Governo, relativo al non esaurimento delle vie di ricorso interne, in base alla quale i ricorrenti avrebbero dovuto presentare un ricorso per risarcimento dei danni, derivanti da possibili malfunzionamenti del servizio, nei confronti degli enti che gestivano il servizio di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti).

Quando una violazione perdura nel tempo, il periodo di sei mesi, di cui all’articolo 35 della Convenzione (il quale prevede che soltanto i fatti verificatisi nei sei mesi precedenti la richiesta dei ricorrenti possono essere deferiti alla Corte) comincia a decorrere dal momento in cui la violazione è finita.

(Nella specie, la Corte ha sottolineato che l’emergenza è perdurata per molti anni, e ha causato molti danni non solo all’ambiente circostante, ma anche alla popolazione locale).

Un grave inquinamento ambientale può influenzare il benessere ambientale ed incidere negativamente sulla salute e sulla vita privata dei cittadini del luogo. L’articolo 8 della Convenzione non si limita ad imporre allo Stato membro comportamento di tipo negativo (astenersi da interferenze arbitrarie), ma anche di tipo positivo, inerenti ad un effettivo rispetto della vita privata (nel caso di un’attività pericolosa, ad esempio, occorre che lo Stato stabilisca norme adeguate alle specificità di tale attività, in particolare a livello di rischio che può comportare. Tale obbligo è quello di governare l'autorizzazione, la messa in funzione, funzionamento, sicurezza e controllo dell'attività in questione, e possono imporre a qualsiasi persona colpita da esso l'adozione di misure concrete per garantire la protezione effettiva dei cittadini le cui vite possono essere esposti ai pericoli inerenti al settore in questione.

(Nella specie, la Corte ha sottolineato che l’emergenza rifiuti in Campania è durata dall’11 febbraio 1994 al 31 dicembre 2009, e ha costretto i ricorrenti – ma non solo – a vivere in un ambiente inquinato dai rifiuti abbandonnati sulla pubblica via. La Corte ha ritenuto che tale situazione è in grado di provocare un deterioramento della qualità di vita degl iinteressati e ledere il loro diritto al rispetto della vita privata e al domicilio. Per questi motivi si può applicare al caso concreto l’articolo 8 della Convenzione).


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