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I nuovi incentivi economici alle fonti rinnovabili: quale futuro?Sul numero 8-9/2012 della rivista "Ambiente & Sviluppo", edita da IPSOA, è stato pubblicato un articolo di commento ai recenti DD.MM. del 5 e 6 luglio 2012, relativi agli incentivi per le fonti rinnovabili. Di seguito si riporta un breve abstract delle premesse, e l'indice degli argomenti trattati. Per leggere il testo completo dell'articolo, collegatevi al sito dell'IPSOA. Premessa Ma uno che tiene i suoi anni al guinzaglio e che si ferma ancora ad ogni lampione o fa una musica senza futuro o
non ha capito mai nessuna lezione Leggere, interpretare (rectius: cercare di capire la logica) e, dulcis in fundo, commentare la normativa italiana (non solo) in materia di fonti rinnovabili di energia è diventato un mestiere, più che un compito, ingrato, perché, nell’analizzare una normativa così pervicacemente isterica, il rischio nel quale anche il più navigato commentatore può incorrere è quello di incappare in errori di valutazione, di prospettiva. Di trarre delle conclusioni affrettate. Specie quando è costretto a rincorrere modifiche di dettaglio, o a cercare nelle pieghe delle successive modifiche normative un po’ di sostanza. Nella prima lettura dei recenti decreti del 5 e del 6 luglio 2012 – relativi, rispettivamente, al nuovo conto energia, e ai nuovi incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili diverse dalla fonte solare – forse anche a causa:
Anche a voler prescindere dalle (evitabili) conseguenze dell’“effetto annuncio” del nuovo conto energia, dal consueto ritardo con il quale sono state emanate le norme relative all’incentivo delle altre FER , e da tutte le polemiche che, negli ultimi mesi, hanno caratterizzato il dibattito relativo al futuro del settore delle rinnovabili elettriche, infatti, la lettura delle premesse dei due decreti ha – come dire? – ben predisposto il paziente (ed esausto) lettore. I due preamboli, invero, si caratterizzano per il loro essere, contemporaneamente: 1. rassicuranti, laddove fanno riferimento al positivo stato di avanzamento complessivo ai fini del raggiungimento dell’obiettivo del 17% al 2020 ; 2. integerrimi, allorquando si fa riferimento all’impossibilità di continuare a perseguire l’approccio sinora adottato per il perseguimento degli obiettivi in materia di fonti rinnovabili (è ora di dare impulso ai settori calore, trasporti e efficienza energetica); alla necessità di mantenere in sicurezza il sistema elettrico attraverso l’adozione di strumenti volti a favorire la migliore integrazione degli impianti ; all’opportunità di introdurre misure di semplificazione nelle procedure di accesso agli incentivi e di trasparenza sugli oneri introdotti sulle tariffe dell’energia elettrica; all’urgenza di garantire una maggiore prevedibilità e sostenibilità degli oneri di incentivazione, attraverso meccanismi specifici per tenere i volumi di sviluppo “sotto controllo”; alla convenienza di promuovere la produzione di energia elettrica da FER in misura adeguata; 3. autorevoli, specie nei passaggi in cui si fa riferimento a scenari (integrati) europei, anche ai fini della tutela della concorrenza e degli utenti finali; ad un approccio alla crescita più virtuoso (id est: sostenibile), basato sull’efficienza dei costi e sulla massimizzazione del ritorno economico e ambientale per il Paese; alla necessità di fornire una prospettiva di lungo termine e di ulteriore sviluppo del sistema, anche attraverso l’orientamento verso applicazioni che riducono il consumo del territorio, stimolano l’innovazione tecnologica e l’efficienza energetica e consentono di ottenere ulteriori benefici in termini di tutela dell’ambiente e di ricadute economiche; all’imprescindibilità di accompagnare le FER, e in primis il fotovoltaico, verso la competitività, al di fuori degli schemi (assistenziali) di sostegno; 4. “aperti al dialogo”, nella misura in cui hanno ritenuto di poter accogliere le proposte formulate dall’AEEG e dalla Conferenza Unificata, e lascia(va)no ben sperare che, nel merito dell’articolato normativo, gli specchiati obiettivi ivi snocciolati potessero essere resi in qualche modo operativi. E invece l’attenta lettura dei due complessi decreti (in totale sono 130 pagine di articoli, allegati e tabelle) – di cui in queste pagine, per esigenze editoriali, si riporta una prima parziale sintesi, utile a fornire un primo commento “a caldo” – lascia intravedere che, al di là di alcune scelte teoricamente condivisibili, in pratica il legislatore ha continuato sulla strada, intrapresa anni fa, delle scelte di breve periodo, a volte contraddittorie (v. infra, quelle che favoriscono gli impianti di grandi dimensioni), a volte inconcepibili (v. infra, quelle relative alla totale rimozione dell’amianto) e, in ogni caso, decontestualizzate (manca una strategia energetica). Il quinto conto energia [...] Gli incentivi alla produzione di energia elettrica da FER [...] Prime parziali considerazioni sul cont(r)o energia e sugli incentivi alle altre FER
Questa, a grandi linee, è la “musica” che gira intorno alle rinnovabili: con queste premesse – al di là degli obiettivi già raggiunti con grande anticipo, sbandierati anche per giustificare operazioni come quella che ha originato i due decreti, qui commentati “a caldo”: obiettivi che in ogni caso andrebbero meglio analizzati, per valutarne il peso specifico, in relazione alla complessiva strategia che (anche) un settore come questo dovrebbe porsi – per continuare a parafrasare Fossati, questa “musica” “non ha futuro […] saremo noi [rectius: il legislatore] che abbiamo nella testa un maledetto muro”. Il muro, neanche a dirlo, è rappresentato dall’incapacità di riuscire a programmare una politica energetica autorevole, lungimirante, di ampio respiro (in questo senso, il legislatore tiene i suoi, e i nostri, “anni al guinzaglio”), prima di continuare ad imbastire l’ennesima riforma della riforma (fermandosi, ogni anno ,“ancora ad ogni lampione”), in assenza di una visione strategica integrata del futuro: con il duplice risultato di creare un futuro sterile, e di dimostrare, ancora una volta, di non aver “capito mai nessuna lezione”. E pensare che l’AEEG, ma anche la conferenza unificata, gli operatori del settore, la Commissione europea , oltre a tanti commentatori, avevano “messo in guardia” il legislatore dal continuare ad “agire” seguendo questo schema. E così, nonostante qualche nota positiva, che va a suffragare quanto di bello già detto, in relazione (ai propositi) alle premesse , sono molte le nubi sul settore, che anche il Governo dei tecnici dimostra di non essere riuscito a diradare [...]
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