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I "sussidi ambientalmente dannosi" (SAD): analisi e proposte di riforma del Senato della Repubblica

Avv. Luisa Giampietro

Nel dicembre del 2017 il Senato della Repubblica italiana ha pubblicato il documento di valutazione n. 11/2017, denominato “Chi inquina, paga? Tasse ambientali e sussidi dannosi per l’ambiente. Ipotesi di riforma alla luce dei costi esterni delle attività economiche in Italia”.

Il dossier prende le mosse dal “Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli”, istituito con Legge n. 221 del 28 dicembre 2015 (c.d. “Collegato ambientale”)(1) e dalla miniera di informazioni in esso contenute.

Il documento adottato dal Senato si prefigge di trovare una risposta alla domanda: il quadro nazionale delle tasse ambientali italiane è coerente con il principio comunitario “chi inquina paga”?

Il lavoro si struttura in cinque capitoli rispettivamente dedicati: - all’esame della fiscalità ambientale nazionale; - alla quantificazione dei costi esterni ambientali nell’ambito delle attività economiche e della vita delle famiglie (disaggregati per settore, ciò che consente di calcolare i costi esterni per unità di valore aggiunto generato, un indicatore essenziale, che rapporta il benessere “distrutto” per ragioni ambientali al valore economico “generato” dal settore); - alla verifica della coerenza con il principio “chi inquina paga” (ossia al confronto tra i costi esterni di ciascun settore e il complesso delle tasse ambientali pagate dal settore stesso); - all’analisi di specifici settori/problematiche al fine di elaborare una o più proposte di riforma di fiscalità ambientale; - al riepilogo dei risultati di indagine, conclusioni relative e proposte.

Si precisa che i costi esterni - presi in considerazione dal documento - sono esclusivamente quelli associati alle emissioni in atmosfera ed al rumore generato dai trasporti (non essendo oggetto di attenzione né gli scarichi né l’inquinamento dei suoli), mentre i fattori inquinanti stimati sono “solo”: sei gas serra, sette macro-inquinanti e nove metalli pesanti.

Dai due dossier nazionali emerge chiaramente che nel nostro Paese i sussidi e gli sconti fiscali dannosi per l’ambiente ammontano ad oltre 16 miliardi di euro annui e che il sistema di tassazione ambientale nazionale non è affatto allineato al principio “chi inquina paga”.

Nel documento di valutazione del Senato si analizzano i limiti del meccanismo “Emission Trading System”, vigente all’interno del mercato europeo di emissioni CO² e si ipotizza, in sua sostituzione, l’introduzione di una carbon tax in grado di indirizzare gli investimenti verso tecnologie meno inquinanti.

Tra le ulteriori proposte vi è l’introduzione graduale di imposte su specifici inquinanti e sull’estrazione delle risorse naturali.

Qui in allegato, si pubblica un documento di sintesi. Il dossier completo è reperibile su internet.

Per una più approfondita disamina del documento, si rinvia al contributo della Scrivente “Tasse ambientali e sussidi dannosi per l’ambiente: note sui dossier nazionali”, pubblicato sulla rivista Ambiente & Sviluppo n. 2/2018.

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(1) La Legge - pubblicata in G.U. n. 13 del 18 gennaio 2016 - è rubricata: "Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali".



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